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Into the wild

Scritto da Bruno, Pubblicato in 4-Canada il 7 luglio 2010 – 03:44
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Quando le aspettative sono elevate e si rimane stupiti dalla bellezza significa che il posto è stupendo.

Questo è quello che ho pensato andando a visitare il Salmon Glacier in Alaska. 90 Km di sterrato sono stati ripagati da uno spettacolo che avevo visto paragonabile solo allo Jungfrau.

Una lingua di ghiaccio che scendendo si divide in due e abbraccia tutto il panorama.

Un vero godimento per gli occhi e per lo spirito.

Lungo la strada incontro un paio di volte Valerio, un uomo di 60 anni che ne dimostra 40. Ciclista da una vita, ne ha fatte di tutti i colori, in termini di chilometri, l’equivalente di 3 volte il giro del mondo. La sua inseparabile compagna dal 1985 è olandese e ne va fiero. Non ha mai avuto un problema mentre la Bianchi che aveva prima si è rotta subito.

Chiacchieriamo a lungo poi lui si ferma a dormire in una casetta di legno abbandonata e si riposa perchè il giorno dopo deve farsi 200 Km di sali scendi e vento contrario! Sempre col sorriso. Quando lo saluto gli tocco la spalla e capisco tutto. Non è un uomo, è fatto di ghisa, è un cyborg.


25 Commenti

  1. Marco Rago scrive:

    Anche tu sei un cyborg, nel corpo e nella mente anche se dalla foto mi sembri più uno di quei poliziotti americani che vuole multare un ciclista in mezzo al nulla per chissà quale futile motivo, il bavero della giacca troppo lungo ?
    Ma che posti stai visitando ? Troppo mitici.
    Appena rientri dobbiamo lavorare o a un Avventure nel mondo version 2 o a un sito di communities.
    A stasera (Italia).

    • Bruno scrive:

      Quando cominci a pensare a cose strane mi fai paura!

      • Keiko scrive:

        Ciao Marco,

        (Scusa Bruno se hijack questo spazio per uso personale)

        Come va? Ieri sera ho aperto la tua bottiglia di Amarone
        e devo dire era veramente ottimo! Grazie…

        Niente Amarone nell’Alaska? Peccato… ;)

        Kx

        • Bruno scrive:

          Niente Amarone in compenso oggi la signora del B&B mi ha portato una bottiglia di barolo, almeno così recitava l’etichetta. Era fatto da loro in casa acquistando il mosto e poi fatto fermentare. Ma sapete che non era male? Non ci credevo nemmeno io mentre lo bevevo!

  2. oreste scrive:

    Alaska: the LAST FRONTIER….grande Brunello!
    I have been there before…and I left some bottle of rhum and some pieces of focaccia…they are close to the last step to the summit of Mc Kinley. Drink rum, eat focaccia and GOD BLESS YOU….

    come vedi con il francese me la cavo bene…
    saluti da queste spiagge di belini al vento e tette al silicone…

    Oreste

  3. papà scrive:

    Hai compiuto l’impresa che a me non è riuscita.
    Attraverso i tuoi occhi però ora posso ripagarmi parzialmente.
    Qui noi tutti bene e ti salutano.
    Avanti con coraggio, papà.

  4. silvia scrive:

    Avendo visto lo Jungfrau posso capire !!
    Senti, ma sei certo dopo tanto freddo e tanti km spesso detertici, di aver davvero incontrato un umano chiamato Valerio o davvero era una visione di umanoide non meglio identificato?
    Tu almeno sotto la sella hai un motore, quello ha solo le sue gambe e 10 anni in piu’.
    La cosa non puo’ che caricare positivamente ma tu mi sembri comunque gia’ entusiasta.
    Un bacio

  5. Franz scrive:

    ma vai a visitare il Kobuk National Park?

  6. Giorgio Vacca scrive:

    caro Bruno, vedo che sei finalmente felice in sella alla tua BMW. Il posto è molto bello spero non ti dispiaccia se lo uso come sfondo del mio Pc, e come averti vicino! Complimenti anche per i commenti soprattutto del papà…ciao

    • Bruno scrive:

      Caro Giorgio, purtroppo devo ridurre la qualità delle foto che faccio, ma se ti servono come sfondo te ne posso mandare a massima risoluzione.

      Non male qui la vita, ad un’altra velocità! Ti piacerebbe.
      A prestissimo

  7. Sinisk scrive:

    Fantastico il ciclista-fai-da-te. Il bello di questi viaggi è proprio la “varia umanità” che puoi incontrare. Come non ricordare con il sorriso velato di nostalgia la nostra varia umanità nel giro del 2005 … Tra tanti, il sciur “Pentola Di Fagioli”, che borbottava rognoso ed incessante per l’assurdo (a suo dire) prezzo del carburante. L’ho ascoltato paziente e alla fine della sua filippica gli ho gentilmente fatto presente che con il prezzo del suo gallone, noi in Italia avremmo messo un quarto della sua benzina nel nostro povero rinsecchito serbatoio. C’è sinceramente rimasto male e alla fine ci ha salutati con quella faccia un po’ così, a dire che forse, quella sera, sarebbe tornato a casa, avrebbe posteggiato la sua monovolume nel suo box (nel quale minimo ce ne stavano tre) e si sarebbe concesso una birra in più … tanto pagano gli Italians!
    Go-Braun-Go!

    • Bruno scrive:

      In effetti se ti dico quanto ho speso di benzina per 14000 Km non ci puoi credere, noi forse 3 o 4 pieni!
      E’ una goduria andare dal benzinaio,
      Il ciclista che dorme in case abbandonate non ha nemmeno quella spesa.
      Tra poco le metterò in un filmato. Un uomo fantastico!

  8. liparoid scrive:

    Aatlein gunalchéesh, grande Bruno! In base alle mie ricerche su internet dovrebbe voler dire “grazie mille” in una lingua nativa dell’Alaska meridionale, ma non ci farei troppo affidamento.
    Aatlein gunalchéesh! Ti seguo fin da quando hai impacchettato il tuo fedele ronzinante, che ti precedesse via mare chiuso nella stiva, come facevano i migranti.
    Ho scritto poco, un po’ perché ho preferito ascoltarti in silenzio, un po’ perché avevo paura di fare una gaffe. La gaffe che fece il pubblico al primo concerto negli USA del musicista indiano Ravi Shankar e del suo ensemble, nel 1971. Alla prima breve pausa, scoppiò in un applauso fragoroso. Shankar non si scompose. “Mi fa piacere che abbiate apprezzato l’accordatura”, disse sorridendo, “spero che il concerto vi piaccia ancora di più”.
    Ecco, avevo paura di applaudirti mentre stavi ancora scaldando i tuoi strumenti. Ora invece mi sembrano bollenti. La tua macchina fotografica, l’occhio che utilizzi a nostro beneficio. Il tuo computer, la voce con cui narri il tuo splendido viaggio. E ovviamente la tua moto, il tuo fedele ronzinante.
    Continua a mandarci la tua musica, grande Bruno. La ascolteremo sempre volentieri.

    • Bruno scrive:

      Confermo che sono caldissimo. Posti da urlo, gente simpatica…insomma sto proprio bene.
      Oggi sono andato a mangiare facendo 10 min di passeggiata. Avevo le aquile sulla testa, un fiume pieno di salmoni a sinistra e il timore di qualche orso. Mi sembra di essere in un sogno.
      Tenterò di trovare sempre spunti interessanti per racconti simpatici ma ho un po’ smesso di descrivere i paesaggi perchè sarei monotono, ma che monotonia!

  9. Paolo Crucianelli scrive:

    Ecco, l’Alaska è proprio come me lo immaginavo; imponente, tanto da incutere una sorta di timore reverenziale, concede bellezza senza riserva ma pretende rispetto. Le tue foto confermano questo mio pensiero.
    Se esistesse il teletrasporto penso che vorrei vivere lì.

    • Bruno scrive:

      La mia è stat una puntata in una propaggine sud dell’Alaska. Quella vera sta più a nord. Per il fatto di vivere credo che ci siano posti più accoglienti, specialmente d’inverno.
      Comunque sono d’accordo sul fatto che incuta rispetto. Ha decisamente un suo fascino.

  10. Il Pato scrive:

    … ho visto le foto … sono rimasto basito. BELLISSIME e BELLISIMO il panorama! E comunque, meglio essere in moto ;-)

  11. il.Nigro scrive:

    e tra poco sarai a Vancouver … non immagini quanto mi piacerebbe esserci :-) Mi raccomando fai qualkche foto in più questa volta … Salut!

    • Bruno scrive:

      Nigro, mi dispiace deluderti ma ho deciso di saltare tutte le città fino a SF. Vancouver sarà per la prossima volta.
      Mi godo la Vancouver Island per ora che non sembra affatto male.

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